domenica 17 novembre 2013

Recensione: Cime Tempestose

Amo questo libro.
Amo la sua copertina logora, consunta.
Amo la storia e i suoi personaggi.

Cime Tempestose,( titolo originale dell'opera : Wuthering Heights)unico romanzo dell'autrice, è stato per la prima volta pubblicato nel 1847 sotto lo pseudonimo di "Ellis Bell".

-Gemma de Sanctis, nella sua interessantissima introduzione, spiega il perchè di tale scelta: le sorelle Bronte temendo di poter essere soggette a pregiudizi a causa del loro essere donne, decisero di pubblicare le loro opere sotto pseudonimo. Quindi, Emily, Charlotte ed Anne, divennero Ellis, Currer e Acton Bell. Ciononostante, non appena la vera identità della scrittrice di Cime Tempestose fu rivelata, le critiche furono così pesanti tanto che la vera essenza dell'opera passò in secondo piano e tutta l'attenzione si focalizzò sul fatto che questo libro fosse stato scritto da una donna.

Ho letto e riletto questo romanzo miliardi di volte e, ogni volta, la struggente passione di Catherine ed Heathcliff è sempre stata in grado di trascinarmi dalla prima all'ultima pagina, sempre allo stesso identico modo.



"1801. Sono appena tornato da una visita al mio padrone di casa, l'unico vicino col quale avrò a che fare. Che posto magnifico è questo! Dubito che in tutta l'Inghilterra avrei potuto trovare un luogo altrettanto remoto dalla frenesia del consorzio umano. Un vero paradiso per i misantropi, e il signor Heathcliff e io siamo i tipi adatti a condividere questa solitudine".

Cime Tempestose si apre con questa breve ma intensa descrizione del luogo:un piccolo, breve assaggio dell'atmosfera che nella penisola dello Yorkshire si respira, attraverso cui il Signor Lockwood, curioso narratore ci inoltrerà.

Ciò che sin da subito colpisce di questo romanzo è la psicologia dei personaggi cui pare essere concesso ogni eccesso: passione, follia, odio sembrano susseguirsi inesorabilmente.

La curiosità del viaggiatore cresce soprattutto grazie all'interesse provato nei riguardi della storia che anima quel luogo, e sarà grazie alla governante Ellen Dean, l'adorabile Nelly , che degli eventi non era sicuramente solo spettatrice.
I due protagonisti sono Catherine Earnshaw ragazzina viziata, capricciosa e Heathcliff un orfano che il padre di Catherine decide di accudire e portare con sè durante un viaggio di ritorno da Liverpool. 
Catherine ed Heathcliff sembrano essere legati da un legame profondo e, tale elemento, è ciò che più intriga e, a mio avviso, appassiona il lettore.
Catherine sembra essere spaventata e allo stesso tempo attratta da quella pervasiva passione che prova per Heathcliff, quasi come se camminando attorno ad un lago, avesse paura di cadervi dentro, tanto da costringere se stessa a starne lontana; una passione che la spinge a pronunciare la celebre frase " Io sono Heathcliff", ( I am Heathcliff)che toccherà, nel profondo,  il cuore di ogni lettore.

"(...) è lui la mia ragione di vita. Se tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei a esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annientato, l'universo mi sarebbe estraneo. Non ne farei più parte. Il mio amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come l'inverno muta gli alberi...ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi...una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff...lui è sempre nella mia mente...non come un piacere, non più di quanto io sia un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere, perciò non parlarmi più di separazione..è impossibile (...) ".

Ma, ad essere onesti, Heathcliff è assolutamente il mio personaggio preferito. La sua durezza è dovuta al bisogno di un amore che, per quanti sforzi facesse, non sarebbe mai stato destinato a coronarsi.
" (...) Allora, di cos'è che avresti voglia di lamentarti, Heathcliff?"                               "Di niente...ma da' un occhiata a quel calendario" Indicò un foglio incorniciato appeso vicino alla finestra e continuò: "le croci indicano le sere che hai trascorso con i Linton, i cerchi quelle che hai passato con me...Vedi? Non ho saltato un giorno".                                                                                                                                "Si... una cosa davvero sciocca; come se m'importasse!" ribattè stizzita Catherine. "E perchè lo hai fatto?"                                                                                                      "Per mostrarti che a me importa", rispose Heathcliff. " Dovrei forse stare sempre con te? (...) Che me ne varrebbe...? Di cosa parlerei, con te? Considerato quello che dici, o quello che fai per divertirmi, tanto varrebbe stare in compagnia di un muto, o di un lattante!" (...) "Bella compagnia, stare con chi non sa niente e non dice niente".

E ancora:

"Il mio posto non è al fianco di Edgar Linton più di quanto non sia in paradiso; (...) Ma ora per me sposare Heathcliff significherebbe degradarmi, perciò non gli dirò mai quanto lo amo; e non perchè sia attraente, Nelly, ma perchè è me più di quanto lo sia io stessa. Di qualunque sostanza siano fatte le anime, le nostre sono uguali, mentre quella di Linton è diversa, come un raggio di luna è diverso dal lampo, o il ghiaccio dal fuoco".

Come avrei reagito io al suo posto?
Mi sarei gettata anche io tra le braccia di un Linton in grado di concedermi ciò che per me, dal punto di vista sociale, sarebbe parso come un bene, o avrei ottemperato a quel giuramento d'amore che la brughiera custodiva segretamente?

Esiste una confessione d'amore più pervasiva e profonda di questa? 
Allora,Cathy, perchè hai deciso di essere la gioia di Heathcliff ma anche il suo carnefice? Perchè hai deciso di far vivere entrambi in un limbo dolce e al contempo amaro, quel glukupikron che già anticamente Saffo e Catone cantavano nei loro versi di struggente amore?
A nessuno purtroppo è dato sapere cosa sarebbe successo se "abbandonarsi" fosse stata la scelta dei nostri due protagonisti. Storia d'amore destinata eternamente a consumarsi davanti ad una brughiera tempestosa,quel luogo benedetto e maledetto, teatro di un amore giurato e mai consumato.

E voi, miei cari sognatori? Cosa avreste fatto?

-Vostra Claire


N.B Enorme contributo circa le informazioni sull'autrice e sul suo romanzo da:
-"Breve storia della Letteratura Inglese" di Paolo Bertinetti
-Introduzione di Gemma de Sancits a "Cime Tempestose" edito da Giunti

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